Covid alla sarda


Stavolta non posso esimermi dal riconoscere, e i fatti lo stanno a dimostrare, che il Presidente Solinas aveva seri e lungimiranti motivi quando, a fine maggio, aveva proposto una attenta verifica delle persone in arrivo in Sardegna, turisti o sardi in rientro che fossero.
Quello che fù chiamato il passaporto sanitario.
Inutile tornare su quel tira e molla tra Governo regionale e statale e le prese di posizione contrarie di altri Governatori, ma le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Si potrebbe affermare che quello quel che chiedeva la Sardegna sarebbe stato meglio se le fosse stato concesso, addirittura sarebbe stato opportuno applicarlo in tutta Italia.
Purtroppo il Governo Conte e i suoi INCREDIBILI ministri non erano di certo in grado di allestire un piano che potesse compendiare le esigenze sanitarie con quelle del mercato turistico e della movimentazione turistica.
Eppure era abbastanza prevedibile che, rispetto i piccoli numeri di vacanzieri esteri, avremo verificato una rilevante mole di vacanzieri italiani che si sarebbero spostati da una regione all'altra, o altri che hanno prolungato in Sardegna le loro vacanze iniziate all'estero.
Va da sé che, alla fine, le maglie dei controlli sono state larghissime, sia nella verifica della movimentazione dei vacanzieri che nella gestione di tutte le attività connesse.
E' stato come buttare un cerino nel fienile. E non sono stati pochi coloro che hanno cercato di addossare alla Sardegna e ai suoi governanti colpe non loro.
Tanti dimenticano che, da fine luglio si è avuto un boom di arrivi, con un buon numero di persone che avevano fatto una prima parte delle ferie in altre nazioni ad alta diffusione del virus. Così, alla fine, i tanti che hanno affollato le più rinomate località rivierasche, non adottando (VIP compresi) alcuna cautela, hanno trasformato la Sardegna, da isola Covid free, in un incubatore del virus.
Per mascherare l'ennesimo fallimento delle sue incompetenti strategie, il Governo ha fatto leva sulla stampa scatenando la canea di tanti giornalisti e direttori compiacenti.
Purtroppo, per costoro, siamo nell'era di Internet. Basta riprendere e leggere gli articoli di giornale di inizio estate per svergognare certa stampa e il Governo.


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