Incapaci e colpevoli


Tutta la Sardegna è, come il resto dell'Italia, alle prese con la seconda ondata del Covid.
Ma ora, rispetto alla prima fase, il virus si è insinuato in ogni parte dell'Isola.
Se ti viene da imprecare, ripensando al periodo marzo - maggio e allo standard di contagi nell'Isola quasi insignificante, magari vieni invitato a non polemizzare, perché questo è il momento della coesione, dello stare uniti e tutte le menate del caso.
Con incredibile faccia tosta, Speranza ha dichiarato che le Regioni hanno dormito.
Sarà pur vero, ma di certo quelle che volevano agire sono state addormentate dal Governo con tanto di ricorsi al TAR, come avvenuto per la Sardegna e la Sicilia.
Basta cercare sul web gli articoli di cronaca del periodo di inizio estate e rileggere quanto Broccia e Speranza si siano battuti con pervicace insistenza per non consentire azioni di controllo o passaporto sanitario che dir si voglia, che potevano essere un argine al propagarsi del virus.
Virus che poi è deflagrato quando il via vai di turisti, di lavoratori stagionali, di rientri dall'estero, si sono susseguiti senza alcun controllo.
E, per nascondere colpe altrui, certa stampa scrisse che la Sardegna era la terra degli untori.
Purtroppo, nessuno subirà la minima conseguenza per l'incompetenza e la protervia che ha sepolto quel minimo di buonsenso che sarebbe servito. Anzi, proseguono le comparsate in TV con prediche e pistolotti, invitando a chiudere le stalle dopo che i buoi sono scappati.
Purtroppo, come era prevedibile, in Sardegna la situazione rischia di diventare drammatica.
Ci ritroviamo con un servizio sanitario periferico totalmente smantellato e decine di persone confinate nei loro paesi. Che cosa possono fare i contagiati di Villasor, Sedilo, Gavoi, Orune, Bono, Seui, Meana Sardo, Torpè, Ollolai?
Giusto per citarne alcuni, perchè l'elenco è assai più lungo.
E la stampa ci informa che anche i presidi sanitari delle città sono in condizioni di grande difficoltà.


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