La sceneggiata europea
Al termine della trattativa tra i Capi di Stato europei solo volti soddisfatti e dichiarazioni di simil trionfo da parte di tutti. Ci permettiamo alcune considerazioni piuttosto negative sul vertice. Innanzi tutto, difficile continuare a parlare di Europa dei popoli. A bocce ferme non si può parlare di certo di coesione e mutualità, se non di forzata convenienza. E' venuta fuori un'Europa ancor di più divisa in blocchi, tenuta insieme solo dagli interessi finanziari e con la necessità che tutti i leader potessero tornare a casa loro sbandierando il loro personale successo. A partire dalla Von der Leyen alla quale è stato intestato il Piano, a seguire con Michel il gran mediatore, tutti hanno avuto il loro contentino. Di solidale è stato partorito un debito comune pari a 750 miliardi e i benefici maggiori andranno ai Paesi che hanno subito i maggiori contraccolpi a seguito del Covid 19. La maggior beneficiata è l'Italia, con 127 mld di prestiti e 82 mld di contributi. Non c'è da gioire perché per determinare la cifra si è tenuto conto degli oltre 36.000 deceduti per la pandemia e dell'impatto causato da un evento imprevisto e sconosciuto del quale l'Italia è stata la prima vittima in Europa. La quota prestiti andrà restituita seppure a partire dal 2027. Fatte queste premesse, chi si fida e di chi ci si può fidare ? Per gli italiani tra scostamenti di bilancio e quota prestiti del Recovery siamo ormai a oltre 2.700 miliardi di deficit. Un peso che ricade su ciascuno di noi italiani, sui nostri figli, sui nostri nipoti, e a seguire ricadrà sui loro figli e nipoti. Eppure la prima battuta di Giuseppe Conte, commentando il buon esito della trattativa europea è stato quello di evidenziare la necessità di predisporre al più presto una task force per preparare i progetti. E il tanto decantato rapporto Colao? O era tutto fasullo, salvo le parcelle e i benefit a quelle menti eccelse pescate chissà come nel mare magnum che circonda i palazzi del potere? Considerando le recenti vicende, sorge il legittimo dubbio che i finanziamenti europei porteranno, per l'appunto, ad una nuova proliferazione di task force, esperti, consulenti e commissari straordinari, non certo ad una revisione della spesa partendo dal dossier Cottarelli, alla cancellazione dei 500 enti inutili, a portare le competenze dei politici e dei manager pubblici a livelli di decenza. Dopo l'ubbriacatura di applausi e pacche sulle spalle non si fa alcun riferimento al fatto che sarebbe giusto che TUTTI gli italiani concorrano a contribuire al risanamento e rilancio dell'economia, la CASTA compresa. E poi, ricordate i richiami di Michel e Dombrovskj? L'Italia ha tutte le riforme ancora in un cassetto. Infatti è l'unico Paese europeo a non aver presentato il previsto programma di riforme per il 2020. |