La posizione isolata
nel mare dell'Isola di Sardegna le ha dato quelle caratteristiche peculiari
di Continente, un piccolo Continente. Entro i suoi confini si conservano
caratteri geomorfologici, nonchè elementi di flora e di fauna, unici
e non riscontrabili in nessuna altra terra europea. E all'interno del suo
territorio altrettanta diversità è riscontrabile tra le diverse
regioni che la compongono.
La Sardegna
è emersa milioni di anni fa, ma non ebbe inizialmente la forma attuale.
In base agli studi effettuati, gli studiosi sono ormai concordi nell'affermare
che emerse per primo l'attuale territorio del Sulcis Iglesiente nella parte
sud-occidentale, seguito poi dalla Nurra nell'area nord-occidentale e da
tutto il rilievo orientale che va dalla Gallura al Sarrabus. La saldatura
tra queste prime terre emerse avvenne ad opera del movimento del mare che
depositò tra esse sassi, sabbia, miriadi di conchiglie. Il resto
del lavoro fu compiuto dalle eruzioni vulcaniche che, qualche milione di
anni fa, aggiunsero il materiale che proveniva dalle viscere della terra.
Infine la lenta erosione degli agenti atmosferici sui rilievi dell'Isola
completò la saldatura.
La Sardegna così come è conosciuta è, per estensione, la seconda
isola del Mediterraneo dopo la Sicilia. E' però la prima come estensione
lineare delle sue coste (circa 1.900 km.) a causa della loro natura assai
più frastagliata di quelle della Sicilia.
Le coste della Sardegna presentano incantevoli spiagge di sabbia bianca
e finissima, scogliere inacessibili, splendide insenature, ampi golfi.
Questa varietà, negli ultimi trent'anni, l'ha portata all'attenzione
dei vacanzieri estivi. La Costa Smeralda è ormai la località
marina più famosa d'Europa. Ma Villasimius, Santa Margherita di
Pula, Alghero, Stintino, le Coste dell'Oristanese, del Sulcis, e tutta
la Costa Orientale, hanno poco da invidiare alla Costa Smeralda. E così
tutte le coste sarde, nel periodo estivo, sono la meta di decine di migliaia
di turisti. I porti si sono ormai attrezzati per la nautica da diporto
e ospitano barche e yacht dai più piccoli ai più lussuosi.
I suoi rilievi montuosi non hanno certo la caratteristica di essere molto
elevati. L'azione degli agenti atmosferici ha agito su di essi per qualche
milione di anno in più rispetto al resto dei rilievi europei. La
cima più elevata è la Punta La Marmora (m. 1.835 sul livello
del mare) seguita dal Bruncu Spina (m. 1.829). La scarsezza di alte cime,
ma anche l'asprezza dei rilievi minori, hanno fatto si che i Sardi abbiano
dato l'appellativo di monte a qualsiasi rilievo. Ricordiamo ad esempio
il Monte Urpinu e il Monte Nurra alti appena un centinaio di metri. Il
turismo montano in questi ultimi anni è diventato complementare
al turismo costiero. L'esercito dei vacanzieri estivi, sempre più
spesso desidera vistare anche gli aspri rilievi sardi, ricchi di flora,
fauna, sapori e colori genuini e incontaminati. Sul Bruncu Spina sono ormai
attrezzati anche per il turismo invernale, soprattutto per il periodo in
cui è presente la neve, anche se attualmente ha come target di presenza
solo la clientela isolana.
Frequentissimi sono gli altipiani che si elevano solitamente tra i 600 e i 900 metri
sul livello del mare e sono formati da terreni di varia natura. Al centro
dell'isola troviamo quelli di Campeda, del Marghine e di Abbasanta; nella
zona Nord-orientale emergono i graniti di Alà, Bitti e Buddusò.
Nel centro sud sono tipici quelli della Marmilla chiamati Giare,
come quella di Gesturi e quella di Serri, o Taccus nel Sarcidano
e Barbagia di Seulo come a Nurri, Sadali e Esterzili. Anche queste zone
della Sardegna esercitano un forte richiamo. Soprattutto le Giare offrono
spettacoli incantevoli di paesaggi e sono ricchissime di flora e fauna
uniche in tutto il continente europeo.
Le pianure, eccetto quella del Campidano e della Nurra, sono di dimensioni
assai ridotte.
I fiumi considerata la morfologia dell'Isola non
sono molto lunghi e ricevono gran parte dell'alimentazione ai loro invasi
dalle acque piovane. Il più lungo (157 km.) è il Tirso che,
nascendo dall'Altopiano di Buddusò, attraversa diagonalmente la
Sardegna per sfociare nel Golfo di Oristano. Dal Gennargentu nascono il
Flumendosa e il Cedrino che, alimentati anche da altre sorgenti, non risentono
molto delle secche estive. Ricordiamo anche il Coghinas che nasce nella
Catena del Marghine e sfocia nel nord Sardegna nei pressi di Castelsardo;
il Rio Mannu di Porto Torres che percorre per circa 60 km la Piana della
Nurra. Anche nel sud troviamo un altro Rio Mannu. Nasce dalle propagini
meridionali del Gennargentu, attraversa il Campidano e sfocia nello stagno
Di Santa Gilla (Santa Igìa) nei pressi di Cagliari.
La Sardegna possiede un unico lago naturale, il lago di Baratz. Si è
reso necessario, quindi, creare degli invasi artificiali che contribuissero
alla creazione di scorte idriche necessarie per tutti gli usi civili e
agricoli. Sono stati creati, nel corso degli anni, i Laghi del Coghinas,
dell'Alto Flumendosa, del Medio Flumendosa, il Mulargia, Gusana ed altri.
Anche attorno a questi bacini si sta sviluppando un turismo alternativo
e complementare a quello marino. Nei pressi del Gusana, del Coghinas e
del Medio Flumendosa stanno sorgendo strutture ricettive e sportive. Su
questi invasi assai vasti e ricchi di pesci, circondati da una natura incontaminata,
si sta puntando per promuovere il turismo verso le zone interne in grado
di offrire ospitalità e svaghi per dodici mesi all'anno.
La maggior parte dei fiumi alimenta gli stagni costieri della Sardegna. Gli
stagni sono stati per millenni croce e delizia dei Sardi. Le loro acque
sono solitamente ricche di pesci e molluschi ma in esse ha prolificato
per millenni la zanzara Anophele, portatrice del flagello della malaria
che tante vittime ha fatto tra i sardi. Solo recentemente, alla fine della
seconda guerra mondiale, una campagna di disinfestazione con il D. D. T.
ha debellato la malaria. Attualmente si può godere appieno della
incomparabile bellezza di questi bacini, tra le zone umide più importanti
del mondo, dove hanno trovato il loro habitat preferito e nidificano tante
specie di uccelli acquatici, facendo degli stagni sardi delle incomparabili
attrative per studiosi e turisti. Sono ormai conosciuti in tutto il mondo
gli stagni di Colostrai e San Teodoro lungo la costa orientale; di Santa
Gilla e di Molentargius, nel cagliaritano; di Cabras, Santa Giusta e Marceddì,
nell'oristanese; di Calich nei pressi di Alghero.
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