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Olio e olive



La pianta dell'olivo
e dell'olivastro è praticamente presente in tutta l'isola, ed è parte non secondaria del paesaggio

 
 
La superficie investita ad oliveto in Sardegna è di poco superiore ai 48.000 ettari, fra coltura specializzata e promiscua. Questa superficie è da intendersi distribuita, grosso modo, in tutto il territorio isolano, interessando quindi zone di pianura come di alta collina, con situazioni pedoclimatiche molto differenziate.
Quasi tutte le olive prodotte (oltre 600 mila quintali), vengono inviate alla oleificazione per produrre un olio molto apprezzato e ricercato dai buongustai, ma insufficiente a soddisfare completamente le richieste della popolazione locale. La coltivazione dell'olivo si trova concentrata soprattutto in alcune aree costiere, dai contorni geograficamente abbastanza netti. L'area a più forte concentrazione olivicola è quella compresa tra Alghero e Sassari, dove si sono sviluppati importanti oleifici privati e cooperativi.
Anche la provincia di Cagliari, riguardo la coltivazione dell'olivo, ha zone di sostanziale omogeneità per le condizioni climatico-ambientali, per le forme di coltivazione e per gli aspetti tecnici e varietali. Molto richiesto l'olio prodotto nei comuni di Gonnosfanadiga, Villacidro e Dolianova, tanto per citarne alcuni. La produzione della Sardegna meridionale, rispetto alle altre aree, si caratterizza per la dominante presenza di varietà a duplica attitudine, Olia manna o Tonda di Cagliari, Pizz'e Carroga o Bianca e Nera di Gonnos, tendenti a dare impulso, con ottime prospettive, anche alla commercializzazione delle olive da mensa. Il Piano Olivicolo Regionale, in piena attuazione, sta cercando di rilanciare, nelle aree più vocate dell'isola, una coltivazione moderna e competitiva, sempre più aderenti alle crescenti richieste del mercato internazionale.


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